L’infanzia e l’arrivo in via Napione

Olga Carolina (Carol) Rama nasce a Torino il 17 aprile 1918 da Marta Pugliaro e Amabile Rama. La sua infanzia trascorre serenamente grazie alla solida situazione economica familiare. Il padre è infatti proprietario di una redditizia carrozzeria situata nel cuore della città, in Via Digione 17.

Il primo contatto di Carol con il mondo dell’arte avviene proprio negli stessi anni presso l’atelier della pittrice Gemma Vercelli, anch’esso in via Digione. Qui la giovane Carol inizia a posare come modella, familiarizzando con gli strumenti della pittura.

“Ho incominciato a dipingere a quattordici anni e non ho mai smesso. [...] Ognuno di noi deve realizzarsi in qualcosa, se no si sente spento, almeno io credo [...]. Ognuno di noi ha una malattia tropicale dentro di sé, che cerca di rimediare. Io rimedio con la pittura”.

Con l’inizio degli anni Venti, però, l’attività del padre inizia a risentire di problemi economici, che culminano con il tracollo definitivo dell’impresa durante la crisi del 1929. A seguito di una breve degenza in una clinica torinese per una malattia psichica, la madre Marta apre un negozio di articoli di moda e novità per contribuire al sostentamento della famiglia.

Il 1942 è segnato dalla morte prematura del padre, probabilmente suicida, a cui Carol è legata da un profondo legame.
Nel biennio 1942-1943, a causa dei pesanti bombardamenti su Torino, Carol viene sfollata. Successivamente, nella prima metà degli anni Quaranta, decide di trasferirsi in un appartamento mansardato in Via Napione 15, situato all’ultimo piano di un edificio costruito nei primi decenni del Novecento dall'ingegnere Ponzano.

Ideato come appartamento dal tipico gusto borghese, dopo soli pochi anni il suo aspetto è destinato a cambiare profondamente.
Numerosi oggetti, per la maggior parte doni ricevuti in segno di amicizia e di stima, animano l’ambiente e divengono portavoci dell’esistenza stessa dell'artista. Attraverso la loro presenza è possibile accedere ad una dimensione intima e privata, ricca di aneddoti che molto raccontano dei suoi affetti. Tra le persone che la frequentano si annoverano figure di spicco come Edoardo Sanguineti, Andy Warhol, Man Ray, Luciano Anselmino, Lea Vergine, Giancarlo Salzano, Massimo Mila e Carlo Mollino.

Questa dimora, con le sue pareti scure e il fascino intimo, è più di una semplice abitazione: è un'opera d'arte vivente, in cui ogni oggetto racconta una storia. Oggi possiamo affermare che questa casa sia l'ultima grande creazione di Carol Rama, un luogo di lavoro e memoria dove si può ancora scoprire la complessità e la profondità della sua vita e della sua arte.

Carol Rama scompare il 24 settembre 2015.

Photo Stefan Giftthaler